| Il Figlio dell'Uomo
ANTONIO CORSARO
Il Figlio dell’Uomo
Prefazione di Carlo Betocchi
Illustrazioni di Nunzio Sciavarello
A cura di Luigi Castiglione
Pagine 120, ill., € 13
Quaderni del Simeto [1]
«La spiritualità di questa poesia, densa e insieme trasparente, lamentosa ed allegra, pigra e velocissima, ha le caratteristiche stesse della patria terrena che s’è trovata, un languore ed un’astrazione, una voluttà rapida ed insieme una liberazione assidua da tutte le scorie che inquinano l’uomo, una liberazione che non è conseguita senza una volontà intellettuale ed un fermissimo credo» (Carlo Betocchi).
«Corsaro non coglie dal di fuori la bellezza creata, ma dal didentro, che anzi la sua potenza lirica si manifesta rendendo oggettivi gli stessi suoi sentimenti in quanto toccano, abbracciano la realtà desiderata ed amata, in modo che essa non rimane affidata all’immagine, a una rapida armonia, o a una meditazione astratta, ma si fa realtà vivente, nel dolore, nella gioia, nell’attesa e nel desiderio» (Luigi Fallacara).
«Se poi si vorrà stabilire un confronto fra la poesia del Corsaro e quella degli altri, Papini, Giuliotti, Rebora, Barile, Betocchi, Tosatti, Ghiselli, Parronchi, Guidacci, Turoldo, Cristnii, e via citando, si vedrà come il Corsaro con la sua inconfondibile voce abbia raggiunto un tono non solo di genuina poesia, ma anche di poesia religiosa, in un senso del tutto particolare, che è quello, sì, di modi non svelati di teologia, ma nello stesso tempo di comunione sensibile con Dio, in un atto di caldo amore, da assumere addirittura l’aspetto ineffabile di una unione fisica» (Pina Azzaro)
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