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| Una visione cattolica del reale (Satana e noi) GEORGES BERNANOS
Una visione cattolica del reale
(Satana e noi)
Traduzione di Mario Spinelli e Franco Mercuri
Con un saggio di Albert Béguin
Pagine 296, € 18
Biblioteca universale cristiana [61]
Non c’è in Bernanos frattura alcuna tra la spiritualità dei suoi libri e quella della sua vita: sono una sola, inscindibile realtà che si esplica nel senso del soprannaturale, che per Bernanos era qualcosa d’indiscutibile ed evidente...
Sono pochi coloro che hanno concepito come Bernanos, in modo così tetro, le conseguenze del peccato originale, senza sconfinare nell’eresia. Come dice Balthasar, Bernanos è la risposta cristiana al concetto di angoscia di Heidegger e di Sartre. L’angoscia, per questi autori, è un concetto-chiave per chiarire l’essere; per Bernanos diventa mezzo per trascendere l’essere «attraverso l’immersione di tutto questo essere denudato davanti a Dio nella passione del Figlio di Dio, che lo comprende e lo coinvolge con la grazia».
Ma poeta qual è, Bernanos vede il diavolo in un modo totalmente diverso dalle rappresentazioni popolari. Non ha piedi di capra e alito di zolfo, e neppure ha qualcosa in comune con quella descrizione psicologica del male che lo raffigura nello scatenarsi delle passioni sessuali (come succede in Mauriac). Per Bernanos il satanico consiste essenzialmente nel distacco ontologico da Dio. È satanico il chiudersi in sé, rifiutando ogni fede e speranza; satanico è il rifiuto d’ogni forma di solidarietà col Creatore e le creature. «Io sono gelo e freddezza», è la definizione che Satana da di sé all’abbé Donisan. E il curato spiega: «L’inferno è non amare più». La vita diviene così una menzogna e in Bernanos colui che è posseduto da Satana eleva la menzogna a culto.
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19,00 € T.T.C
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